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Il programma del PD: diritti, ambiente, lavoro.

Diritti. Ambiente. Lavoro. Tre pilastri. Che tengono dentro alcuni temi fondamentali per modernizzare il Paese. Il programma elettorale del Pd punta forte sulla tutela dei diritti. Spinge sulle politiche per l’occupazione. E accelera sulla transizione ecologica. E’ stato approvato in direzione all’unanimità, il “manifesto” per l’Italia del 2027 contiene i principali cavalli di battaglia del centrosinistra: l’approvazione del ddl Zan e del matrimonio egualitario, la garanzia dell’applicazione della legge 194 sull’aborto, l’introduzione dello Ius scholae e della legge sul fine vita, la legalizzazione dell’autoproduzione di cannabis per consumo personale nell’ambito delle politiche di contrasto alle mafie. Leggi il programma integrale   Di seguito, i punti di rilievo.

Diritti

“Nel solco degli articoli 2 e 3 della Costituzione”, scrive il Pd nel programma, “dobbiamo superare la contrapposizione tra diritti civili e diritti sociali. La scelta è tra un’Italia ripiegata su sé stessa e un’Italia aperta alle differenze; tra un’Italia che delle differenze ha paura, e un’Italia che le valorizza come ricchezze”. L’obiettivo, dunque, è dare al Paese “leggi di civiltà affinché siano riconosciuti e tutelati i diritti basilari di milioni di persone”. Come si è provato a fare, purtroppo senza successo, nel corso di quest’ultima legislatura. Perciò il Partito democratico si impegna a promuovere la piena eguaglianza delle persone LGBTQI+ attraverso il varo della legge contro i crimini d’odio (il cosiddetto Ddl Zan) e l’introduzione del matrimonio egualitario, ormai riconosciuto in 130 Paesi di cui 17 europei. A portare a compimento la legge sul fine vita. E naturalmente ad approvare lo Ius Scholae per dare la cittadinanza ai figli degli immigrati che studiano in Italia da almeno 5 anni.

Occupazione

In Italia esiste una grande questione salariale, oggi aggravata dall’inflazione. Le retribuzioni sono tra le più basse d’Europa e il lavoro povero si sta diffondendo a macchia d’olio. Perciò bisogna cambiare rotta, eliminando i divari occupazionali di genere, età e territoriali. Tra le proposte del Pd ci sono l’introduzione di un salario minimo contrattuale, seguendo il modello tedesco, con soglia minima affidata agli accordi fra le parti sociali e che comunque rispetti i parametri della direttiva europea (pari a circa 9 euro lordi orari); il divieto di stage non retribuiti e l’incentivo all’apprendistato come principale strumento di ingresso nel mercato del lavoro; la lotta al precariato, con un intervento sui contratti a tempo determinato, come in Spagna, che renda più vantaggioso quello a tempo indeterminato; la lotta al lavoro nero e sommerso, mediante il rafforzamento dei controlli; l’estensione a tutti gli appalti pubblici della clausola di premialità per l’occupazione giovanile e femminile; la promozione dello smart working.

Scuola

Nel programma del Pd la scuola è “il nostro primo investimento strategico”. L’obiettivo è rimetterla al centro, restituendo agli insegnanti ruolo e dignità attraverso una formazione continua e l’aumento degli stipendi, che in 5 anni devono tornare in linea con la media europea. Inoltre, poiché la scuola d’infanzia ha costi notevoli e non è accessibile a tutti, l’idea è renderla obbligatoria e gratuita per eliminare ogni forma di discriminazione fra bambini. Si intende poi garantire la gratuità del trasporto pubblico locale per tutti gli studenti. Mentre i libri di testo in comodato gratuito verranno dati solo a chi vive in famiglie a reddito medio e basso, calcolato sul livello Isee. Viene proposto un piano di edilizia scolastica, per ristrutturare gli istituti esistenti o realizzarne di nuovi, al fine di creare “spazi di apprendimento” sostenibili e sicuri, anche dal punto di vista sanitario (con sistemi di ventilazione meccanica). Si intende infine garantire agli allievi di medie e superiori il pieno accesso ai servizi psico-pedagogici.

Ambiente

Col piano per l’Ambiente si intende accelerare la transizione ecologica, trasformandola in un fattore di creazione di posti di lavoro e di capacità produttiva del Paese. Che va orientata verso un nuovo modello di sviluppo, con interventi mirati nella formazione e riqualificazione professionale. Tra i propositi da attuare c’è l’aumento delle rinnovabili per 85 GW entro il 2030, che consente di abbattere le emissioni di CO2 e tagliare in modo strutturale il prezzo delle bollette per famiglie e imprese. L’azzeramento della burocrazia per le imprese che installano rinnovabili porterà invece 500mila i nuovi posti di lavoro. Inoltre si pensa a un nuovo contratto luce sociale per le famiglie con redditi medi e bassi. Si tratta di un contratto di fornitura energetica prodotta totalmente da fonti rinnovabili, che fino ad un massimo di 1.350 KWh/anno per famiglia (pari al 50% del consumo medio), l’energia elettrica verrà fornita a costo zero, mentre, sulla parte di consumo eccedente, i prezzi saranno comunque calmierati.

Immigrazione

Solidarietà e integrazione sono i due capisaldi sull’immigrazione. Si parte dall’abolizione della “Bossi-Fini”, da sostituire con una nuova legge che permetta l’ingresso legale per ragioni di lavoro, anche sulla base delle indicazioni che arrivano dalle imprese e dal Terzo settore. Si propone l’istituzione di un’Agenzia di Coordinamento delle politiche migratorie per il monitoraggio e la gestione dei flussi al quale partecipano istituzioni, mondo delle imprese e del lavoro. E un nuovo un modello di accoglienza e integrazione fondato su piccoli centri diffusi sul territorio. Fondamentale è poi l’allargamento dei corridoi umanitari (promossi da Comunità di Sant’Egidio, chiese evangeliche, Tavola Valdese e Caritas). Conclude il Pd: “Siamo stati e saremo sempre contro politiche di respingimenti, chiusure dei porti e non meglio precisati blocchi navaliì: per noi vale il sacrosanto principio per cui chi è in pericolo in mare va soccorso e salvato”.

Sanità

Cura delle persone e medicina di prossimità: la salute per il Pd rappresenta un bene pubblico fondamentale. Si propone quindi di rafforzare il SSN e la medicina del territorio. Di dimezzare al 2027 i tempi massimi delle liste di attesa per esami diagnostici e interventi. Di investire sulle Case della Comunità. E di finanziare un Piano straordinario per il personale sanitario, riducendo il ricorso a quello non strutturato (lavoratori precari, collaborazioni esterne ed esternalizzazioni) e incentivando la presenza sul territorio dei medici di Medicina generale e degli infermieri di comunità, garantendo il tempestivo rinnovo dei contratti. Fra le altre iniziative si segnalano il piano per la salute mentale e la riforma della non autosufficienza, con un incremento del finanziamento pubblico per l’offerta di interventi e servizi. Verrà completata la transizione digitale per migliorare l’accesso al sistema e alle cure, valorizzando telemedicina, teleassistenza e teleconsulto.

Giustizia

Sul fronte giustizia occorre innanzitutto completare il lavoro avviato dal governo Draghi. Fra gli obiettivi del Pd c’è infatti l’attuazione delle tre riforme Cartabia (processo penale, civile, Csm) e la riduzione ulteriore dei tempi dei processi. Poiché una giustizia lenta non tutela i diritti in modo uguale, avvantaggiando chi ha più mezzi economici, servono più misure e riti alternativi. E più coraggio sulla depenalizzazione e la giustizia riparativa. Per decongestionare i tribunali si intende poi favorire la deflazione del contenzioso nel civile. Completare la digitalizzazione del servizio, adeguando l’organizzazione e l’impostazione dell’intero comparto attraverso l’organizzazione digitale degli uffici e la creazione di banche dati. E un forte investimento nelle risorse umane, con la stabilizzazione del personale ancora precario per la messa a regime dell’Ufficio del Processo, proseguendo con il reclutamento e l’assunzione di nuovi magistrati e di personale nelle cancellerie.

Riforme

L’Italia registra un’anomalia che non ha eguali nelle grandi democrazie occidentali: negli ultimi dieci anni ha avuto sei presidenti del Consiglio e sette governi. La fine stessa di Draghi, per le modalità in cui è avvenuta, dimostra le fragilità del modello italiano. Perciò è necessario innanzitutto riformare il Rosatellum perché le liste bloccate sviliscono il ruolo del parlamentare e ne condizionano i comportamenti: serve una legge elettorale che aiuti a superare la frammentazione e il trasformismo, riducendo gli effetti distorsivi sulla rappresentanza legati al taglio di deputati e senatori. Occorrono nuovi regolamenti contro il trasformismo parlamentare. E per riconciliarsi con un’opinione pubblica sempre più attonita di fronte ai continui cambi di governo, creare meccanismi che limitino le crisi al buio, a partire dall’introduzione della sfiducia costruttiva. Infine bisogna normare la democrazia interna dei partiti con una legge sulla rappresentanza che dia attuazione all’articolo 49 della Costituzione. (da Repubblica.it)
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Partito Democratico Bergamo
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