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Perchè l’ASST papa Giovanni XXIII deve diventare Azienda Ospedaliera

24/01/2022   enti-locali , salute
Pubblichiamo qui di seguito il contributo del Partito Democratico al bel dibattito che L’Eco di Bergamo ha recentemente aperto sulla trasformazione dell’ASST Papa Giovanni XIII in Azienda Ospedaliera regionale.



Egregio Direttore Alberto Ceresoli, 



desideriamo contribuire al dibattito aperto da L’Eco di Bergamo sull’opportunità di trasformare l’attuale ASST Papa Giovanni in azienda ospedaliera di carattere regionale.


La recente riforma sanitaria lombarda prevede infatti la possibilità di elevare alcuni ospedali al rango di strutture dedicate a prestazioni di elevata complessità, con un alto livello di specializzazione.



I criteri richiesti per diventare azienda ospedaliera sono: la presenza di almeno tre aree operative di alta specialità, la presenza di un dipartimento di emergenza di secondo livello, l’attività di ricovero in degenza ordinaria nel corso dell’ultimo triennio per pazienti residenti in regioni diverse superiore di almeno il 10% rispetto al valore medio regionale, l’indice di complessità della casistica dei pazienti tradizionali in ricovero ordinario nel corso dell’ultimo triennio superiore di almeno il 20% rispetto al valore medio regionale, la conformità dei requisiti coerenti alle direttive Europee delle reti “Ern” per malattie rare e tumori rari.



L’ospedale di Bergamo possiede tutte le caratteristiche previste dalla legge e anzi va ben oltre, non solo perché alcune specialità come i trapianti di organo e multiorgano arrivano già oggi ad un bacino d’utenza nazionale, ma anche per le numerose attività specialistiche e di ricerca che sono valse il riconoscimento di “Azienda di alta specialità e di rilievo nazionale”.



A questo si aggiunge la fortunata esperienza del corso di laurea in medicina e chirurgia a ciclo unico in lingua inglese, da valorizzare al meglio e l’attività di ricerca clinica di base e applicata della FROM, Fondazione per la Ricerca Ospedale di Bergamo, insieme all’Istituto Mario Negri.



Ma perché diventare azienda ospedaliera rappresenta un’occasione positiva per Bergamo? Perché perdere una parte della propria vocazione territoriale, di interventi e prestazioni dedicate ai bergamaschi in favore di una più ampia platea regionale o nazionale?



Perché agganciarsi a questo treno significa garantire all’ospedale una centralità nel panorama regionale, maggiori investimenti in tecnologia, maggiore attrattività verso il personale e quindi, in ultima istanza, maggiore qualità nel livello di servizi offerti ai cittadini.



Per questo, con grande chiarezza, esprimiamo il nostro pieno sostegno alla trasformazione dell’ASST Papa Giovanni XXIII in Azienda Ospedaliera e auspichiamo che questo indirizzo venga espresso da tutti gli attori territoriali per far sì che Regione Lombardia agisca in fretta.



Con altrettanta chiarezza, però, riteniamo indispensabile affermare come il problema principale della sanità lombarda, e quindi il vero problema per i cittadini bergamaschi, non sia rappresentato dagli interventi di alta specialità, che già oggi raggiungono livelli di eccellenza, ma da quella ampia gamma di prestazioni di base che non vengono erogate in tempi compatibili con i bisogni di salute delle persone.



La carenza di medici di base e di pediatri a libera scelta, le prestazioni ambulatoriali specialistiche di prossimità non sempre garantite con puntualità ed ovunque, i presidi di continuità assistenziale che ancora faticano ad essere quel luogo centrale per decongestionare i pronto soccorso ospedalieri, l’insufficienza dei servizi di assistenza domiciliare e quelli di prevenzione, sono tutte sfide cruciali che interessano la quotidianità dei bergamaschi.



La riforma sanitaria regionale non interviene in alcun modo per risolvere queste criticità. Si continua a perseguire un modello di mercato senza governo, che alimenta la competizione tra strutture pubbliche e private sulle prestazioni più remunerative, lasciando sguarnite quelle che remunerative non sono ma che rimangono indispensabili per le persone. Se la medesima logica di mercato prevale su una programmazione dei servizi basata sulle esigenze delle persone, nemmeno gli investimenti previsti dal PNRR – con l’istituzione delle Case della Comunità, l’attivazione delle Centrali Operative Territoriali, l’innovazione organizzativa degli Ospedali di Comunità – possono portare ad un reale miglioramento della situazione.



A maggior ragione è fondamentale il coinvolgimento del territorio, in primis attraverso la Conferenza dei Sindaci, che in questi due anni caratterizzati dalla pandemia ha garantito il coordinamento tra i Comuni e gli Ambiti territoriali di ATS e ASST. Con il contributo indispensabile degli amministratori locali, la riorganizzazione del sistema sanitario in corso deve assicurare servizi di qualità e fruibili da tutti, concretizzando davvero l’integrazione tra politiche sociali e sanitarie. 



 On. Elena Carnevali, Capogruppo PD in Commissione Sanità e Affari sociali 



Jacopo Scandella, Consigliere regionale della Lombardia 



Davide Casati, Segretario Provinciale PD Bergamo 



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Partito Democratico Bergamo
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