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Vendita Poste Italiane, PD: ”Grande preoccupazione, Meloni svende aziende strategiche”

Vendita Poste Italiane, PD: ”Grande preoccupazione, Meloni svende aziende strategiche”
Il Sen. Antonio Misiani (PD) e il Segretario provinciale del PD Gabriele Giudici esprimono forte preoccupazione per l’intenzione del Governo di privatizzare poste italiane, che in provincia di Bergamo conta più di 1.300 dipendenti in 240 uffici postali
Preoccupa la proposta da parte del Governo Meloni di svendere il 30% delle azioni nelle mani del MEF. Il PD Bergamasco si unisce alla protesta dei sindacati bergamaschi che denunciano il trasferimento in mano privata di un asset strategico del paese.
”Poste Italiane rappresenta un pilastro sociale, soprattutto nelle piccole realtà anche della nostra provincia, un presidio da salvaguardare, che negli ultimi anni ha conosciuto un grande crescita e un raddoppio degli utili. Ci uniamo alle preoccupazioni manifestate dai sindacati confederali per ribadire la nostra contrarietà alla svendita di Poste Italiane. Oltretutto, il Governo non si rende conto che in Poste Italiane sono state investite importanti somme del PNRR, che nei prossimi anni contribuiranno ad aumentare il valore dell’azienda.” dichiara il segretario del PD Bergamo, Giudici.
“Pochi, maledetti e subito. Questa è l’unica, vera motivazione del piano di privatizzazioni del governo Meloni. Nessun disegno di politica industriale, nessuna idea del futuro produttivo del Paese. Solo cassa, per tentare di rimediare a quindici mesi di totale inerzia sui conti pubblici. Non hanno fatto nessuna revisione della spesa. Continuano a favorire l’evasione. E ora svendono o avallano la cessione ai fondi degli asset strategici italiani, da Poste a Eni, dalla rete TIM a Ferrovie. È una scelta di cortissimo respiro, che non porta da nessuna parte e indebolisce ulteriormente un’economia che nel frattempo si è fermata.” aggiunge il senatore bergamasco Misiani, che proprio la settimana scorsa ha presentato al Ministro un’interrogazione urgente. “Il ministro Giorgetti, ha dichiarato che le dismissioni sono tra i principali strumenti per abbattere il debito pubblico nella manovra triennale. Eppure, 20 miliardi, l’obiettivo del programma, sono solo lo 0,7 per cento dello stock di debito delle PA. Privatizzare peraltro vuol dire rischiare di rinunciare a dividendi che in non pochi casi rischiano di essere superiori rispetto al risparmio in termini di minori interessi sul debito.” conclude Misiani.
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