Ad Albino continua la retorica anacronistica della destra sul cambiamento climatico. Giudici, PD: Non si tratta di ideologia, ma di semplice buon senso”
“Non posso che esprimere rammarico” dichiara il segretario provinciale del Partito Democratico bergamasco, Gabriele Giudici, in merito alle dichiarazioni del consigliere di Fratelli d’Italia Bertocchi durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale di Albino.
“Nel 2025, continuare a negare l’impatto dell’uomo sul cambiamento climatico non solo è anacronistico, ma soprattutto dannoso per la comunità. È un atteggiamento che non porta alcun beneficio, tantomeno alla cittadinanza di Albino” prosegue Giudici. “Abbiamo avuto prova concreta, in questi mesi, di come l’inquinamento derivante dai trasporti su gomma e da altri agenti nocivi abbia peggiorato la qualità dell’aria che tutti respiriamo. Inoltre, i dati mostrano chiaramente come, nella bergamasca, il consumo di suolo stia continuando ad aumentare, erodendo progressivamente il nostro territorio. Abbiamo già cementificato troppo e, purtroppo, non ci stiamo fermando”.
“Guardando al dibattito in Consiglio Comunale ho visto che il consigliere Bertocchi ha difeso l’ennesimo caso di consumo di suolo. Eppure, la salvaguardia del territorio non dovrebbe essere una questione di contrapposizione politica, ma di responsabilità collettiva. Il nostro verde è una risorsa fondamentale per garantire un’aria più pulita e preservare l’identità e le tradizioni del territorio. Non si tratta di ideologia, ma di semplice buon senso”, conclude Giudici.
“È evidente che la maggioranza, purtroppo, non abbia alcuna consapevolezza della gravità delle proprie azioni, che si riflettono nellevdichiarazioni negazioniste e prive di fondamento con cui cerca di giustificarle”, sottolinea il segretario del circolo PD Albino Marco Campana. “Colpisce inoltre l’incoerenza con cui il sindaco Esposito e la sua maggioranza strumentalizzano i cambiamenti climatici: li evocano quando eventi alluvionali colpiscono il territorio, salvo poi negarli quando si tratta di giustificare interventi che deturpano il paesaggio e lo espongono a speculazioni e sfruttamenti, come nel caso della variante della Valpredina”, conclude Campana.