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Il Partito Democratico bergamasco denuncia come inaccettabile e offensiva per la democrazia la decisione della giunta comunale di Treviglio di bocciare la mozione della capogruppo PD Adele Matilde Tura, che chiedeva la possibilità di partecipare da remoto al consiglio comunale per donne in gravidanza a rischio e neogenitori.
“Il centrodestra si riempie la bocca con la retorica della natalità, ma solo quando si tratta di relegare le donne alla maternità, non di garantire loro pari opportunità in politica e nel lavoro. In un mondo in cui combattiamo ogni giorno, a ogni livello, la discriminazione di genere, negare la partecipazione da remoto al consiglio comunale – l’istituzione che incarna il processo democratico locale – alle donne in gravidanza e ai neogenitori è pura ipocrisia. Non solo: è un precedente gravissimo, che ci tiene ancorati a logiche conservatrici degne del peggiore novecento. Eppure, la Costituzione è chiara: secondo l’articolo 3, è compito delle istituzioni rimuovere ogni barriera, economica o sociale, che ostacoli la piena partecipazione alla vita democratica del Paese”, dichiara il segretario provinciale dem Gabriele Giudici.
“Perché precludere questa possibilità se non per una scelta solo ideologica?” chiede la capogruppo PD in Consiglio Comunale a Treviglio, Matilde Tura. “La possibilità di partecipare da remoto è tecnicamente fattibile, ed è già messa in atto da Sindaco e Assessori con le Giunta in videoconferenza, e già sperimentata senza particolari problemi da ospiti che si sono collegati da remoto per relazionare al consiglio”, sottolinea Tura. “Una possibilità che non crea problemi a nessuno, non ha costi per la collettività, un segnale di attenzione e di rispetto per condizioni temporanee della vita di una persona che non si capisce perché possano o debbano comportare la rinuncia alla partecipazione alle attività istituzionali e alla vita politica della propria città. Per chi è in carica oggi e per chi lo sarà in futuro. Una possibilità di cui chi la ritenesse inopportuna o indecorosa (“se una ha una gravidanza a rischio per il suo benessere è meglio che non partecipi”), potrà non benissimo non usufruire, ma perché impedire ad altri, se lo ritengono e se se la sentono, di farlo?”
“Parole inaccettabili che dimostrano l’incoerenza di questa destra che con slogan fa della natalità uno dei propri cardini e poi ostacola la partecipazione delle donne nelle istituzioni e nella vita politica”, dichiara Romina Russo, portavoce della conferenza delle donne democratiche di Bergamo. “Ancora una volta ci troviamo a discutere di questioni che dovrebbero appartenere ad ogni parte politica ma che, quando riguardano le donne, vengono ostacolate facendo trasparire la matrice patriarcale della destra che vuole le donne “regine del focolare domestico. Ed è proprio per scardinare questi stereotipi che è necessario agire a tutti i livelli dal piano culturale a quello istituzionale per mettere in atto quei cambiamenti concreti che consentano alle donne la massima partecipazione alla vita pubblica senza essere discriminate, conclude Russo.