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Nella riflessione dell’avv. Federico Pedersoli i dem bergamaschi criticano le misure inefficaci del governo nel gestire la situazione e propongono misure per affrontare la crisi, tra cui la liberazione anticipata e la costruzione di case territoriali per il reinserimento sociale.
Bergamo, 28 agosto 2024 – La situazione carceraria in Italia è ormai al limite. Non è una novità, ma un problema che continua a peggiorare, come dimostra l’inquietante aumento dei suicidi in carcere, un trend in crescita dal 2019 che colpisce soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione detenuta: stranieri, tossicodipendenti e persone con disturbi psichiatrici. Insieme al tasso di sovrafollamento, che a livello nazionale supera il 130% , e alla mancanza di un numero adeguato di operatori di Polizia Penitenziaria, e non, il sistema carcerario italiano risulta essere tra i peggiori d’Europa, come confermato dal rapporto “Space I” pubblicato dal Consiglio d’Europa a giugno di quest’anno.
“Non vediamo una strategia chiara da parte del governo per affrontare questa emergenza”, dichiara l’avvocato Federico Pedersoli, responsabile giustizia del Partito Democratico Bergamasco. “Il Ministro Nordio propone soluzioni demagogiche e prive di sostanza, come l’espulsione degli stranieri condannati che dovrebbero scontare la pena nel loro Paese d’origine. Tuttavia, questa proposta si scontra con la mancanza di accordi bilaterali con i singoli Stati, rendendola un mero proclama, privo di effetti concreti. Inoltre, il potenziamento e il finanziamento delle comunità terapeutiche è soltanto una promessa vuota, non supportata da risorse adeguate, bandi o procedure operative. Questa non può essere la strategia per risolvere il problema,” continua Pedersoli.
In Parlamento, il Partito Democratico sostiene due soluzioni concrete:
Liberazione anticipata allargata e speciale: destinata ai detenuti meritevoli, da attuare con un rafforzamento della magistratura di sorveglianza;
Proposta di Legge Magi: per l’immediata costruzione di case territoriali di reinserimento sociale, dove i detenuti possano scontare pene brevi o residui di pena in un contesto che favorisca il reinserimento nella società.
A livello locale, il Partito Democratico di Bergamo esprime “orte preoccupazione per la situazione del carcere di Bergamo, caratterizzato da un sovraffollamento (570 detenuti per 319 posti disponibili) e da un alto numero di detenuti con problemi psichiatrici o di tossicodipendenza.
“Condividiamo le riflessioni e le preoccupazioni recentemente espresse da Valentina Lanfranchi, garante dei detenuti e delle detenute, oltre che le riflessioni della Sindaca Carnevali. Auspichiamo da un lato, l’adozione a livello nazionale di misure di alleggerimento delle carceri, dall’altro, una più stretta collaborazione tra la direzione del carcere e la rete territoriale per garantire condizioni di vita dignitose ai detenuti, ma anche a tutti gli operatori di Polizia Penitenziaria e ausiliari che ora si trovano sopraffatti dalla mancanza di un adeguato numero di personale”, aggiunge il segretario provinciale Gabriele Giudici.
“È fondamentale inoltre, promuovere l’uso dell’art. 21 sull’impiego esterno dei detenuti e tutte le attività che favoriscano il reinserimento sociale, l’unica vera strada per ridurre il tasso di recidiva”, conclude l’avvocato Pedersoli.
Il Partito Democratico Bergamasco condanna con forza la visione del carcere come “discarica sociale” e sostiene fermamente un modello di detenzione che consideri il carcere un luogo di espiazione e di recupero, volto a reintegrare le persone condannate nella società.