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Ripartire dopo la pandemia, le linee programmatiche della segreteria provinciale

Dopo i mesi più duri della pandemia e quelli che ne sono seguiti della lenta ripresa, ora l’avanzare della campagna vaccinale sta mettendo al sicuro la salute e la tenuta economica della nostra società.




Come Partito Democratico di Bergamo ci troviamo spesso a riflettere sulla ripartenza: grazie agli ingenti fondi che arriveranno dal Recovery Fund e dalle misure europee l’Italia avrà a disposizione risorse mai viste prima, che abbiamo il dovere e la responsabilità di investire al meglio, facendole diventare motore di un vero e proprio salto qualitativo all’insegna della sostenibilità ambientale, della prossimità ai cittadini, dell’equità nella distribuzione delle risorse.




Abbiamo l’opportunità di ripensare ai modelli sociali, sanitari e lavorativi colmando le lacune e correggendo le storture che la pandemia ha fatto emergere in modo drammatico.




E, al contempo, dobbiamo avere l’abilità di cogliere e far crescere gli aspetti positivi che sono venuti in luce, praticamente spontaneamente, nei mesi in cui il Covid- 19 si abbatteva sul mondo. Pensiamo ad esempio all’incremento dello smart working, il ritorno alla vita di tante seconde case e dei piccoli centri fuori dalla città, le tante espressioni del volontariato civico in sostegno ai cittadini più fragili… La tragedia della pandemia va rielaborata cogliendone e valorizzandone gli insegnamenti e la politica ha in questo momento un ruolo centrale nell’orientare le scelte che disegneranno il futuro delle prossime generazioni.




Nei documenti che vi presentiamo qui sotto in sintesi (qui nella versione integrale) potete leggere le nostre proposte.




ABITARE&MUOVERSI
La pandemia ha ridisegnato la geografia dell’abitare rendendo più interessanti aree interne, borghi e piccoli centri che devono tornare AREE ATTRATTIVE




Cosa fare?

Sosteniamo la rinnovata relazione tra città e aree fino ad oggi secondarie, potenziando collegamenti, trasporto pubblico locale, servizi e infrastrutture digitali.


Come?

Nelle valli e in montagna

Ridurre il digital divide attraverso investimenti sulle infrastrutture digitali, potenziare i servizi di comunità anche mediante una gestione associata, realizzare nuovi hub per co-working e formazione significa limitare allo stretto necessario gli spostamenti dei pendolari, sgravando le arterie di collegamento dal traffico privato.


Nell’hinterland

Il TPL è fondamentale. Lavorare sul sistema tramviario e ferroviario può contribuire a ridurre quella pressione di traffico sul capoluogo. Ridurre le oltre 70 mila auto che ogni giorno entrano in città decongestionando l’asse interurbano è un obiettivo possibile se si potenzia il trasporto sul ferro.


In pianura

Serve un Piano territoriale regionale d’area per governare e contenere lo sviluppo della logistica, ponendo un limite alla crescita e salvaguardando le produzioni agricole.


In città

Per garantire una mobilità dolce in piena sicurezza con bici e monopattini occorre ampliare le zone 30. L’obbiettivo free floating (prendo e lascio l’auto dove voglio e non su stalli riservati) va perseguito attraverso politiche locali di agevolazioni, mentre l’utilizzo di auto elettriche va incoraggiato attraverso nuovi impianti di ricarica diffusi e misure che sostengano l’installazione di colonnine nei box privati.




LAVORARE

Attivare il lavoro significa dare benzina al motore della RIPRESA ECONOMICA E SOCIALE del Paese


Cosa fare?

Lavoro buono e di qualità, competitività e sviluppo, innovazione e formazione sono le parole chiave per riprogettare un futuro sostenibile e resiliente per i lavoratori e le imprese.


Come?

Puntiamo sulla qualità del lavoro. Non basta garantire buoni salari, dobbiamo costruire una nuova visione del rapporto tra occupazione, spazi lavorativi, nuove dimensioni di vita: in concreto, serve garantire maggiore flessibilità negli orari, programmi di benefit, occasioni di team building.


Diamo priorità ai giovani. SI alla flessibilità, NO al precariato. L’apprendistato è un’occasione da non perdere: valorizziamo i talenti e la creatività dei giovani con validi percorsi di alternanza scuola lavoro e reti territoriali per l’orientamento in collaborazione tra scuole-imprese nei settori strategici.


Valorizziamo talenti ed energie delle donne. Sulle politiche di genere, c’è ancora molto da fare: rafforziamole con l’implementazione del welfare aziendale, voucher per la conciliazione lavoro-famiglia, incentivi finalizzati al rientro al lavoro dopo la maternità.


Miglioriamo i servizi al lavoro. Sono necessarie politiche attive e Servizi per il Lavoro efficaci ed efficienti, con sportelli dedicati ai servizi per le imprese, supporto all’autoimprenditorialità e percorsi individualizzati per le fasce deboli.





STARE BENE

La crisi pandemica ha messo in evidenza la forte assenza di progettualità e la carenza di interventi di prevenzione e servizi in favore delle persone fragili ed anziani. Ora bisogna investire sul concetto di SALUTE come CONDIZIONE DI BENESSERE PSICOFISICO non solo come assenza di malattia.

Cosa fare?

Costruiamo una filiera di servizi, coordinati dal sistema pubblico, per intercettare e sostenere le fragilità, rispondere ai bisogni e migliorare la salute dei cittadini, accompagnandoli in ogni fase della vita.





Come?

Ripensiamo e ricostruiamo il welfare, rendendolo più leggero, diffuso e facilmente accessibile per i cittadini di qualunque fascia di età e con qualunque bisogno specifico. Potenziamo la medicina di territorio.
La prossimità è fondamentale per un sistema sanitario efficiente e capace di lavorare in rete: con le case della comunità sempre aperte e accessibili a tutti e gli infermieri di comunità per cure e assistenza domiciliare, la sanità sarà davvero vicino ai cittadini.

Rivediamo i servizi in favore degli anziani. Le persone anziane devono poter contare su percorsi di accompagnamento di sostegno alla loro autonomia: dobbiamo puntare su appartamenti protetti, RSA aperte, centri diurni, facendo in modo che il ricovero in RSA non sia la sola e unica risposta per gli anziani e le loro famiglie.


Partito Democratico Bergamo
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