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06/04/2021   lavoro
Ritrovare slancio ed energie dopo lo ‘scossone’ delle dimissioni di Nicola Zingaretti non era affatto scontato, ma ci siamo riusciti.
Il segretario provinciale Davide Casati fa il punto sulle prossime sfide nell’intervista rilasciata a Lucia Cappelluzzo Bergamonews.it
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Bergamonews.it, martedì 6 aprile 2021
di Lucia Cappelluzzo

Tra le improvvise dimissioni dell’ex segretario Nicola Zingaretti e la nomina del nuovo, Enrico Letta, le proposte dedicate alla campagna vaccinale, la scuola e il lavoro ai tempi del Covid e l’ambiente, il Partito Democratico si trova disorientato e al centro della cronaca.

Localmente, un altro scossone, il Pd bergamasco l’ha vissuto con il posto vacante e in bilico lasciato a Montecitorio in seguito al passaggio di Maurizio Martina alla vicedirezione della Fao. Il primo nome doveva essere Giovanni Sanga che, alla fine, ha deciso per rimanere a Bergamo, a timone di Sacbo. Il testimone è quindi passato a Leyla Ciagà, già assessora all’Ambiente a Bergamo per il Partito Democratico nella prima giunta Gori.

Ora che le acque (forse) sembrano essersi placate all’interno del gruppo politico, è tempo di tornare al lavoro.

Ne abbiamo parlato con Davide Casati, sindaco di Scanzorosciate e segretario provinciale del Pd di Bergamo.

Grandi cambiamenti all’interno del partito. Come lo state vivendo?

Abbiamo aperto una nuova fase con il nuovo segretario nazionale. Svolto ben 40 incontrando tutti i nostri 2mila iscritti nel giro di 15 giorni. E dopo una prima fase di rabbia e sconforto per le dimissioni di Zingaretti, il nuovo corso ha assunto un aspetto di positività e di voglia di ripartire e riscattarci dopo la caduta forte che abbiamo avuto.

La definisce rabbia…

Sì, perché quando cambi 7 segretari nazionali in 14 anni non è sicuramente positivo. E poi perché in mezzo ad una pandemia la gente non riesce a capire dinamiche partitiche politiche. A Bergamo eravamo concentrati sul fare le cose, come proposte sulle scuole, incontri per modificare la legge regionale sulla sanità e stavamo lavorando ad una serie di contenuti. La dimissione di un segretario ha suscitato oltre che dispiacere anche rabbia. Ma si è trasformata subito in voglia di riscatto e ci dobbiamo dare un anno e mezzo, durata della legislatura, per ritrovare una classe dirigente nuova: credibile, appassionata e che trova un’empatia con le persone. Solo con empatia e credibilità, infatti, il Pd può ambire a d un suo consenso.

Quindi solo appassionata ed empatica?

No, anche radicata, che non ha paura del confronto e che sta vicino alle persone nel quotidiano, senza puzza sotto il naso.

Come fare per far ritornare un partito che ora è al 18% come il PD ad avere appeal?

Distinguendosi dagli altri. L’identità di un partito la crei agendo e distinguendoti dagli altri. Quello che quindi dobbiamo fare è far capire chi siamo, cosa vogliamo e far vedere concretamente che siamo del Pd.

E cosa significa esserlo?

Vuole dire essere il partito della scuola, del lavoro e dell’ambiente. Ma non è sufficiente dirlo, bisogna farlo con leggi, regolamenti e delibere. Per questo si deve investire su una classe dirigente dal locale al nazionale coerente capace e competente.

E Davide Casati in questo nuovo volto del PD dove si inserisce?

Fa il sindaco di Scanzo fino al 2024 e fino alla fine del 2022 segretario provinciale. Poi valuterò.

Un passo in avanti, invece, l’ha fatto Leyla Ciagà…

Sì e le auguro un buon lavoro. Sono certo che porterà le sue competenze specifiche di architetto e del mondo ambientale paesaggistico. Sarà sicuramente protagonista degli aspetti ambientali del Recovery Fund. Saranno il suo tratto distintivo: ambiente e sviluppo sostenibile.

Per quanto riguarda Sanga, invece?

Lo ringrazio di essere rimasto in aeroporto raccogliendo anche le istanze degli azionisti e dei sindaci del mondo aeroportuale. Una scelta che premia il territorio. Grazie, davvero, per questa scelta non facile e non scontata.

E Lei non ambisce a Roma?

Uno che ama far politica ha l’ambizione di portare le sue competenze in qualsiasi livello istituzionale in cui è più utile. Le ambizioni sono dentro di me, mi piacerebbe sicuramente fare politica. E comunque fare il sindaco è così bello.

Quindi alle prossime elezione penserà a Bergamo come primo cittadino?

Non ci ho mai pensato. Non è oggetto dei miei pensieri

C’è da pensare, invece, al consiglio provinciale le cui elezioni sono state ancora prorogate…

Sì, ad ottobre. Siamo un po’ tutti fermi. I sindaci sono concentrati sull’emergenza, ma l’obiettivo è creare un’unica lista di amministratori sia civici che democratici al di là della tessera partitica, che però si riconoscano nel mondo del centro sinistra a livello valoriale. Spero che i sindaci si uniscano per dare un nuovo slancio alla provincia dei prossimi anni.

C’è qualche nome nell’aria?

No, è troppo presto. Anche perché forse cambierà anche il quadro normativo delle province.



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Partito Democratico Bergamo
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