Chiamaci

035 248180

Dal lunedì al venerdì

9:00-13:00
14:00-18:00

Iscriviti

Newsletter

News

Awesome Image

Mes, Eurogruppo e Fake News, facciamo chiarezza

NON è stato firmato nessun MES. È una barzelletta dirlo anzi, una menzogna. Perché il MES può “firmarlo” solo il Parlamento. E questa è la solita propaganda di chi non aspettava altro che uno spiraglio per avvelenare il clima. E di farlo con le solite fake news. C’è stato un accordo all’Eurogruppo per mille miliardi di euro. Mille. Non due. Cinquecento ora e cinquecento dopo. All’interno dell’accordo, per le spese sanitarie c’è il MES che grazie alla trattativa diventa senza condizioni. Ovviamente solo per chi vorrà usufruirne. Ma l’Italia non è interessata. Conte l’ha ribadito a gran voce. Chiedendo anche a Matteo Salvini e Giorgia Meloni di smetterla con le menzogne, perchè danneggiano il Paese, soprattutto in questa fase delicata di trattative in sede europea. Per chi se lo fosse perso, il passaggio della conferenza stampa di ieri sera in cui Conte sbugiarda i due sovranisti. Oltre all’accordo all’Eurogruppo, c’è lo strumento della Banca Europea per gli Investimenti, che conta 200 miliardi e 100 miliardi per la cassa integrazione europea.
Poi c’è quello che volevamo noi italiani e che fino a l’altro giorno era impensabile: l’intesa per un fondo della Ripresa finanziato a debito comune (che sono, di fatto, gli eurobond). E si parla di 500 miliardi. Se volete invece sapere quale governo ha realmente firmato il MES nel 2011 basta chiedere a Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. A questo link potete approfondire le bufale di Salvini e Meloni: https://bit.ly/2VkM4Do
Qui di seguito, riportiamo un intervento dell’eurodeputata Irene Tinagli che chiarisce la questione del MES. “Non avrei mai immaginato che fosse così difficile per certi politici capire la differenza tra decidere di modificare le regole di un trattato sull’assistenza finanziaria agli Stati e decidere di farvi ricorso. Così come non avrei immaginato il livello di confusione e commenti scatenati due minuti dopo l’accordo raggiunto dall’Eurogruppo da parte di persone che non avevano neanche letto il testo (e men che meno compreso). Devo dire che anche parte della Stampa ci mette del suo, ho visto commenti e titoli completamente fuorvianti. Provo brevemente a chiarire due punti chiave che molti non sembrano aver capito. 1) Ieri (9 aprile 2020, ndr) si è trovato accordo sulla MODIFICA delle regole del MES, non sull’adesione di uno o più Paesi a questo programma. In cosa consiste la modifica? Nel creare, all’interno del Mes, una linea di credito “speciale” dedicata all’emergenza Coronavirus senza alcuna altra condizione se non che quei soldi vengano dedicati alle spese sanitarie, dirette e indirette. Anche se l’Italia ha detto di non essere interessata a farvi ricorso, è comunque bene che la UE abbia uno strumento del genere a disposizione. 2) Tutta la bolla su “Addio Eurobond” “Fallimento Coronabond” mi fa cadere le braccia. Ieri sono passati tre programmi che si finanziano con bond europei: come verranno raccolti i 100 miliardi per il SURE? Con bond europei emessi dalla Commissione. Come si raccolgono i 200 miliardi della BEI? Con bond europei emessi dalla BEI. Come si finanzia il nuovo programma del Mes da 240 miliardi per coprire le spese sanitarie? Con i bond europei emessi dal Mes. Come si finanzierà il nuovo Recovery Fund? Questo resta da decidere dopo Pasqua, valuteranno i capi di Stato, ma trovo difficile immaginare forme di finanziamento che non coinvolgano l’emissione di qualche forma di bond europeo (ci sono varie bozze che circolano e più o meno tutte si basano su meccanismi di emissione titoli, variamente strutturati e denominati). E’ vero: nessuno di questi titoli si chiama o si chiamerà Eurobond, non serviranno a mutualizzare il debito cumulato fino ad oggi (cosa che l’Italia non ha MAI chiesto) e ancora non hanno l’ampiezza di azione che noi vorremmo (e che speriamo di ottenere con il Recovery Fund). Ma sono bond europei garantiti da soldi degli Stati Europei (o direttamente o indirettamente tramite bilancio europeo) che serviranno per far fronte alle varie spese legate all’emergenza Coronvirus. Questi sono i fatti, per il resto fate un po’ voi. Però nel fare le vostre considerazioni tenete anche presente che fino a due settimane fa sul tavolo non c’era nient’altro che il MES. Oggi abbiamo un pacchetto ampio, e una discussione aperta su come finanziarie Recovery Fund – un Fondo che fino a tre giorni fa molti Paesi non volevano neanche sentir nominare. E tutto questo grazie all’ostinazione e al lavoro diplomatico di un grande Paese Europeo: il nostro. Detto questo, la battaglia va avanti e speriamo di poter ottenere ancora di più, perché ci sarà bisogno di ulteriori passi. Irene Tinagli
Partito Democratico Bergamo
035 2488180
segreteria@pdbergamo.it