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Misiani: “Per aiutare famiglie e imprese, pronti a chiedere più di 7,5 miliardi in deficit”

Qui di seguito l’intervista pubblicata da Repubblica.it al viceministro Antonio Misiani.

ROMA. Antonio Misiani, viceministro dell’Economia, militante del Pd, è un uomo concreto, sa maneggiare i numeri e ha sulle spalle molte battaglie parlamentari. Da Via Venti Settembre tiene un orecchio aperto sulla sua Bergamo, dove la crisi sale: “Se penso alla mia gente e a come sta combattendo sono certo che l’Italia ce la farà e usciremo più forti di prima”. Poi torna subito al decreto legge che sarà varato mercoledì: “Se necessario chiederemo al Parlamento più dei 7 miliardi già annunciati”.

Viceministro Misiani, l’economia nazionale è sotto il controllo delle autorità di governo?
“Il governo è impegnato con tutte le sue energie per fronteggiare le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria. Al primo posto c’è e rimarrà la tutela della salute dei cittadini, ma il nostro dovere è anche fare tutto quanto è utile e necessario per aiutare l’economia italiana a reggere l’urto e a ripartire non appena l’emergenza sarà finita”.

La nostra struttura produttiva e le nostre infrastrutture economiche sono in grado di reggere l’impatto della crisi da corona virus?
L’Italia è un paese economicamente forte messo di fronte ad una situazione del tutto inedita. La dobbiamo affrontare mettendo in atto uno sforzo senza precedenti che deve partire dai comportamenti di ognuno di noi. L’imperativo deve essere rimanere a casa il più possibile e limitare al massimo i contatti sociali non indispensabili. Il governo a sua volta chiederà al Parlamento uno scostamento del deficit commisurato a quanto sarà necessario fare per aiutare le famiglie e le imprese italiane.

Più dello già 0,35 notificato a Bruxelles e nella Relazione consegnata al Parlamento?
Stiamo valutando in queste ore. Faremo tutto quello che serve, se necessario andando oltre la richiesta iniziale e indicando gli obiettivi di rientro per gli anni successivi.

Whatever it takes, direbbe Draghi. Approvvigionamenti e liquidità sono assicurate al Paese?
Non c’è e non ci sarà nessun problema di approvvigionamento. Per quanto riguarda la liquidità, stiamo dialogando con Abi e Bankitalia per costruire una ampia moratoria creditizia a favore delle imprese e delle famiglie per garantire liquidità per parecchie decine di miliardi. E se necessario anche con una parziale garanzia pubblica.

Sul piano finanziario la Borsa, come ci aspettava, precipita e lo spread sale. Abbiamo misure e risorse per contenere questi fenomeni?
Credo che per quanto riguarda la Borsa le autorità di vigilanza abbiamo fatto tutte le valutazioni del caso e la loro autonomia va sempre e comunque rispettata. Quanto allo spread confidiamo che nei prossimi giorni i mercati valutino con la dovuta attenzione la risposta che il governo italiano sta costruendo per sostenere l’economia reale del Paese.

Il decreto economico anti-virus è in arrivo. Lei ha già detto che le risorse potranno aumentare. Quali sono i settori che hanno bisogno di intervento più immediato?
Il primo fronte è senza dubbio il rafforzamento del sistema sanitario nazionale e della protezione civile. Noi avevamo già stanziato 4 miliardi in due anni con la legge di Bilancio; con il decreto aumenteremo ulteriormente le risorse di 1 miliardo per assumere migliaia di medici e infermieri e dotare gli ospedali di tutte le attrezzature richieste per affrontare l’emergenza.

Per il lavoro cosa prevederà il decreto?
Il secondo ambito sono appunto gli ammortizzatori sociali. Potenzieremo la cassa integrazione in deroga. La priorità del governo è che nessuno perda il lavoro a causa dell’emergenza sanitaria. Terzo punto il sostegno alle imprese garantendo loro liquidità e, per i settori più direttamente colpiti, il rinvio del pagamento di tasse e contributi con forme di parziale indennizzo per esempio attraverso una riduzione dei contributi sociali. Quarto tema, ma non certo l’ultimo per importanza, le famiglie: vogliamo estendere i congedi parentali e, se possibile, anche un aiuto per le spese di assistenza per i figli.

Sono in arrivo i 5.000 letti per terapia intensiva. E’ appena stata fatta una “gara” Consip superveloce. Riuscirete ad intervenire in tempi stretti evitando gli intralci?
Per rispondere efficacemente all’emergenza è necessario accorciare drasticamente i tempi decisionali della pubblica amministrazione. Lo stiamo facendo per molte cose, a partire dai dispositivi e le attrezzature mediche. Credo sia indispensabile farlo per l’insieme degli investimenti pubblici. Se vogliamo che l’economia riparta rapidamente, dobbiamo agire con coraggio e determinazione per accelerare i tempi di realizzazione delle opere pubbliche. Ci sono decine di miliardi stanziati ma non spesi. Era opportuno da tempo sbloccarli, ora è una necessità assoluta.

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