Crisi di Governo, la relazione del segretario provinciale Casati in direzione
Confronto con gli iscritti e i simpatizzanti PD sulla crisi di Governo: qui di seguito, la relazione del segretario provinciale
Davide Casati in apertura della Direzione provinciale del 31 agosto.
Carissime democratiche e democratici,
innanzitutto grazie per la numerosa partecipazione che conferma la voglia
della “base” di ascoltare, discutere e confrontarsi.
Nonostante fossimo nel “pieno” alle vacanze estive, già la sera di
ferragosto abbiamo organizzato un incontro pubblico alla Festa dell’Unità
di Brembate perché pensiamo che il restare uniti, il far sentire la “base”
collegata ai “vertici” sia fondamentale soprattutto nei momenti difficili,
critici e che generano disorientamento, preoccupazione, smarrimento.
Sono questi i sentimenti che diversi di voi mi hanno riportato in questi
giorni di persona o per telefono, mail, sms.
Grazie di cuore perché i confronti che ho avuto con diversi di voi mi hanno
aiutato a fare sintesi, con l’umiltà di sapere che oggi nessuno ha la “verità
in tasca” ed è davvero difficile prevedere anche solo l’evoluzione delle
prossime ore.
Ci sono però 4 punti fermi, oggettivi, sui quali sviluppare ogni tipo di
ragionamento:
1) Il PD, la nostra comunità, ha sempre osteggiato il governo gialloverde
giudicandolo inadeguato e a tratti pericoloso con la certezza che il
lavoro fatto in 15 mesi non ha portato benessere ed armonia nel
nostro Paese.
2) Ci troviamo in una situazione economica molto preoccupante, con
un PIL negativo, con un debito pubblico sempre crescente, con
un’instabilità che penalizza la competitività del sistema produttivo,
con un rischio vero di aumento della pressione fiscale causata dalle
manovre economiche del governo uscente.
3) La crisi di governo non è stata aperta dal PD ma da Matteo Salvini e
dalla Lega. La situazione gli è “sfuggita di mano” e la scelta di Salvini
sta generando – anche se si tende a nascondere – tensioni, distanze
e litigi all’interno della Lega stessa e in generale nei rapporti politici
interni al centrodestra italiano.
4) Eventuali imminenti elezioni, stando ai sondaggi e comunque anche
al nostro percepito, farebbero nascere un governo di destra,
populista e sovranista con Salvini e Meloni protagonisti.
Lavorare, nel solco di ciò che dice la Costituzione (ricordiamoci sempre che
siamo una repubblica-democrazia parlamentare), per verificare fino
all’ultimo giorno utile concesso dal Presidente della Repubblica le reali
condizioni per la nascita di un nuovo governo, non deve essere vista come
un’azione politica contro l’uomo Salvini (rifacendo l’errore storico
dell’essere visti solo come quelli che erano “anti – Berlusconi”) il quale,
bravissimo a fare la “vittima”, ne uscirebbe solo più forte…
Noi stiamo facendo tutto questo perché lo reputiamo fondamentale per il
bene dell’Italia e dei nostri concittadini.
L’
essere alternativi credibili ad un governo di destra sovranista significa
infatti:
– Saper
guidare un governo con una forte vocazione europeista che
non lascia l’Italia isolata e che non distrugge il disegno europeo voluto
da De Gasperi, Spinelli, etc.
– Saper
guidare un governo che a differenza di quello che abbiamo
visto in questi 15 mesi,
rispetta le istituzioni, le presiede non in
modo sprezzante, senza far arretrare culturalmente il nostro Paese
come avvenuto sino a pochi giorni fa (pensiamo alle immagini del
PapeteBeach, ai simboli religiosi e politici usati in comizi e all’interno
di uffici ministeriali, agli interventi “da bar” che abbiamo ascoltato
nelle ultime adunanze del Senato, etc.).
– Saper
guidare un governo che dia l’esempio, che trasmetta valori,
che sappia essere “educante”. In questi 15 mesi è stato “sdoganato”
il peggio: termini, linguaggi, parole, stili che hanno alimentato odio,
rancore, chiusura, individualismo, egoismo, ricerca esasperata di
capri espiatori.
Siccome vogliamo bene al nostro Paese e soprattutto desideriamo
un’Italia diversa,
bisogna vivere questa fase politica – sì ricca di
preoccupazioni e timori –
con coraggio e rischiando.
Rischia il Paese, rischia il PD.
Ma oggi c’è in gioco il futuro dell’Europa e soprattutto la costruzione
giorno dopo giorno, di una comunità nazionale che oggi è lacerata,
valorialmente.
Solidarietà, amicizia, sobrietà, inclusività, umiltà, umanità.. tutti valori da
ricostruire e da lasciare in eredità alle nuove generazioni.
Non percorrere – o almeno tentare di percorrere – la strada verso un nuovo
governo, con noi protagonisti, significa, per come si sono messe ormai le
cose, arrendersi prima di iniziare la partita.
C’è paura e molta, perché la “gente comune” che incontriamo nei nostri
paesi non capisce quello che sta avvenendo, non conosce i meccanismi
parlamentari previsti dalla Costituzione, ci vede come quelli “legati alle
poltrone” e che stanno facendo delle “manovre di palazzo”.
Per dimostrare che non è così, per dimostrare il contrario, dobbiamo con
coraggio mettere in campo nuove idee, nuove parole, nuove proposte,
nuovi stili e linguaggi. Solo così cambierà anche la “narrazione mediatica”
che condiziona tutti noi e tutte le persone che seguono la politica dai social,
dalle TV, dai quotidiani e dalle radio.
Per far questo servono anche persone nuove, autorevoli e credibili.
Dobbiamo spostare l’attenzione sulle nuove paure e smettiamola di
“fossilizzarci” sempre sul tema dell’immigrazione!
Continuiamo a dire che il fenomeno migratorio non è da gestire come se fosse un’emergenza
perché divenuto fenomeno ordinario… benissimo, allora smettiamola di
continuare a parlarne perché facciamo il gioco della destra che non vede
l’ora di portarci a confrontare su un tema che richiede una complessità tale
di ragionamento che siamo “perdenti” in partenza, per come è oggi la
comunicazione e la percezione di questo fenomeno.
Parliamo quindi di altro:
– Di lavoro e di come aumentare i redditi medi e bassi.
– Di lotta all’evasione fiscale per pagare meno e tutti.
– Di come costruire un welfare che favorisca la natalità di questo
Paese.
– Di come adeguare il welfare di oggi ai nuovi bisogni della terza età
(demenze, liste d’attesa RSA, rette insostenibili, solitudine) che
stanno mettendo in ginocchio milioni di famiglie.
– Di ambiente non in modo retorico ma con proposte chiare e
concrete.
– Di investimenti in istruzione e ricerca.
Dobbiamo noi avere l’ambizione di scrivere la nuova agenda politica.
E soprattutto, noi residenti nel Nord Italia, attenzione a quello che la Lega
sta già diffondendo: che potrebbe nascere un Governo che non darà
autonomia ai territori, che non sosterrà le imprese e che “riaprirà i porti”.
Dobbiamo dire con forza che la maggiore autonomia richiesta dalle
Regioni virtuose è sacrosanta: è un percorso difficile ma non dobbiamo
abbandonarlo.
Dobbiamo dire con convinzione sì alle infrastrutture strategiche di questo
Paese.
Dobbiamo cambiare radicalmente linguaggio e stile sul tema della
sicurezza. La sicurezza è fondamentale e riguarda soprattutto le paure
della “nostra gente” che non abbiamo saputo ascoltare. Dire in televisione
o nelle interviste o sui social che la priorità oggi numero1 è quella di abolire
i “decreti sicurezza” è un errore clamoroso perché passa un messaggio
sbagliato, di quelli che vogliono tornare all’ “era Alfano” dove i Comuni
sono rimasti soli a gestire emergenza su emergenza.
Dobbiamo sì cambiare i decreti sicurezza anche radicalmente, dobbiamo
sì recepire i rilievi del Colle, ma la narrazione deve essere un’altra:
tutte
le nostre scelte devono essere guidate sempre da umanità (e non ho dubbi
ed è una vergogna il cinismo di Salvini che ferma dei minori in mezzo al
mare strumentalizzando le ONG!),
ma sempre con rigore, legalità,
responsabilità, parlando di doveri e non solo di diritti, governando i
processi e non subendoli, non nascondendo i problemi ma affrontandoli.
Salvini ha vinto quasi solo su questo tema. Con il Governo Gentiloni
eravamo riusciti a cambiare rotta ma non c’è stato il tempo necessario per
completare il lavoro soprattutto sulle politiche di integrazione… ripartiamo
da lì.
E poi lasciatemi dire che
dobbiamo essere coraggiosi anche su chi inserire
in un eventuale nuovo governo. Se vogliamo davvero dare un segnale di
discontinuità ed innovazione gli esponenti democratici (futuri ministri) a
mio avviso non dovrebbero essere i “soliti” che già da qualche legislatura
hanno avuto ruoli apicali e di visibilità. Bisogna avere il coraggio di rischiare
anche qui, scegliendo dall’attuale gruppo dirigente persone “nuove”,
positive e credibili.
È una fase molto difficile, Zingaretti è riuscito a guidarci fino ad oggi
chiedendo giustamente rispetto, fiducia responsabilità ed unità. Lo
dobbiamo ringraziare e sostenere.
Non è detto che nasca un nuovo governo ma se non dovesse nascere non
dovremo come PD avere il rimpianto di esserne noi la causa per le nostre
divisioni o per il non coraggio sulle proposte da inserire nella nuova agenda
programmatica.
Se il governo non nascerà sarà per l’irresponsabilità e la demagogia grillina
ed il M5S se ne assumerà le conseguenze.
Affronteremo quindi le elezioni politiche a testa alta, con la
consapevolezza che abbiamo davanti una sfida epocale per salvare
l’Europa, l’Italia democratica ed il futuro valoriale e culturale delle nostre
comunità.
I democratici italiani dovranno essere i patrioti del terzo millennio, ben
saldi e radicati nei valori costituzionali della nostra Patria Italia con lo
sguardo ed il cuore proiettati e rivolti all’Europa.
Mettiamocela tutta con coraggio, orgoglio, passione ed entusiasmo!
Bergamo, 31 agosto 2019
Davide Casati